Il mio percorso

Passo dopo passo, senza scorciatoie.

Ho iniziato come volontario nel 2013, durante la campagna elettorale di Pier Luigi Bersani. Non da un palco, ma per strada: tra manifesti da attaccare, bandiere da montare e volantini da distribuire. Ho scoperto così la bellezza della militanza: fatta di fatica e condivisione, di parole scambiate al freddo, di assemblee improvvisate e di speranze cocciute. Scuola, lavoro, sanità, impresa, uguaglianza. Si parlava al Paese, tutto intero. È lì che ho capito che la politica può essere un atto di cura. Che stare dalla parte giusta non è solo una scelta politica, ma un modo di stare al mondo.

2013

Il mio primo incarico di direzione politica è stato nei Giovani Democratici della Provincia di Potenza. Decido di provare a portare la politica dove, da tropo tempo, fa difficoltà ad arrivare: scuole ed università. Tra mille battaglie, vinte e perse, nasce, così, una generazione di giovani lucani che, a discapito delle tendenze del periodo, si appassiona alla vita pubblica. Molti di loro oggi sono amministratori, dirigenti, punti di riferimento nei loro territori. Con loro ho imparato che la politica vera nasce dal legame profondo tra persone che scelgono di camminare insieme, senza garanzie ma con una visione. E tra quelle persone c’era anche Lidia, con cui ho condiviso sogni, riunioni e assemblee. Qualche anno dopo sarebbe diventata mia moglie.

2016

Nel 2017, da Presidente del PD a Potenza, ho fatto una scelta difficile ma necessaria: lasciare un partito che non riconoscevo più, per costruire con Articolo Uno un nuovo legame con il mondo a cui sentivo di appartenere. Articolo Uno era un partito nato da una frattura ma animato da una visione chiara: diventare una scintilla in grado contribuire alla rinascita di un nuovo centrosinistra, ampio e inclusivo. Lo stesso anno, insieme ad altri ragazzi e ragazze di tutta Italia, fondo il Movimento Giovanile della Sinistra. È stato quel movimento, che di lì a poco avrei avuto l’onore di guidare a livello nazionale, la più grande esperienza di formazione politica della mia vita.

2017

Poi è arrivata la pandemia. Roberto Speranza diventa Ministro della Salute. Articolo Uno era un piccolo partito, ma con una responsabilità enorme: contribuire a guidare il Paese nel momento più drammatico dal dopoguerra. In quel passaggio ho imparato qualcosa che non si insegna nei congressi né nei manuali: il senso profondo del servizio. Ho visto quanto può essere faticosa la politica, quando non si fa per sé ma per gli altri. E ho capito che lo Stato, quando funziona, è la più grande infrastruttura di giustizia che una democrazia possa costruire.

2018

Nel 2021 sono stato eletto Segretario Regionale di Articolo Uno in Basilicata, con la responsabilità di tenere insieme coerenza e apertura, radicamento e ambizione. Siamo tornati a parlare alla gente sui territori, a riallacciare legami e aprire nuovi spazi di partecipazione. Abbiamo fatto un’opposizione seria alla destra con un’idea di Basilicata moderna, più giusta e più verde. Senza nostalgie né scorciatoie.

2021

Nel 2022, insieme a tante e tanti, abbiamo deciso di sciogliere Articolo Uno e partecipare alla fase costituente del Partito Democratico. Non è stato un semplice ritorno, ma un il compimento di un percorso. Un atto di generosità e responsabilità, dentro un processo più grande. Abbiamo scelto di esserci per contribuire a costruire un nuovo PD: più largo, più popolare, più chiaro nei valori, più credibile nelle Istituzioni.

2022

L’anno successivo sono stato eletto Presidente del partito della Basilicata. Un ruolo che ho svolto per due anni con spirito di servizio, con il desiderio di costruire una nuova stagione, fondata su partecipazione, serietà e visione. Credo che oggi la politica abbia bisogno di parole nuove e di gesti antichi. Che serva competenza, ma anche empatia. Concretezza, ma anche speranza. E che la nostra generazione abbia il dovere di costruire un orizzonte nuovo, per sé e per chi verrà dopo.

2023

Non so cosa riserverà il futuro. La politica, come la vita, è fatta di passaggi e cambiamenti. Ma una cosa la so: come scriveva Norberto Bobbio, “la sinistra è la parte del cuore che batte dalla parte degli ultimi”. Io, da lì, non mi sono mai spostato. E non ho nessuna intenzione di farlo.

Oggi